L’odore fragrante di cibo ben cucinato che si percepisce entrando è un buon viatico.
Ci è sembrato il giusto premio per aver onorato la prenotazione nonostante mille sirene, sotto forma di prezzi modici e locali invitanti, ci abbiano tentato durante la passeggiata al centro storico di Martina Franca.
A dire il vero, incredula di fronte al prezzo, avevo già acquistato da asporto, per l’incredibile cifra di 2,50 euro, una focaccina con aglio e pomodoro.
La politica dei prezzi della pizzeria Jonny induce a fare passi pià grandi della gamba, anzi dello stomaco: noi abbiamo ordinato due antipasti a testa, oltre alla pizza, che naturalmente poi abbiamo a stento assaggiato.
Le mie dieci polpettine fritte, impastate con tanto pane e formaggio nel macinato, sono state, forse, il sapore più piacevole della serata, assieme a degli involtini di melanzana con prosciutto e mozzarella, molto buoni ma completamente diversi da ciò che ci saremmo aspettati quando abbiamo ordinato melanzane alla parmigiana.
Scamorza arrosto significa, presso la pizzeria Jonny, quattro mozzarelline lardellate, superfilanti, deliziose al primo morso, ma piuttosto stucchevoli al termine della generosa porzione.
La trippa è cucinata in maniera molto diversa e più pesante rispetto allo standard abruzzese: alla Pizzeria Jonny viene proposta con fagioli al sugo e suscita effetti collaterali potenziati rispetto alla ricetta, pur esplosiva, di casa nostra.
Le pizze sono arrivate un attimo dopo la nostra resa.
Qui regna la filosofia napoletana: sono pizze a bordo alto, piuttosto gommose, riccamente condite.
Per la prima volta, l’impasto senza glutine di mamma è stato preferibile a quello normale perché ha garantito una croccantezza maggiore, forse anche grazie al condimento leggero (pomodoro, mozzarella e funghi).
La mia pizza Jonny era schiacciata da un’enormità di ingredienti: burrata, funghi, speck, in un insieme così sovraccarico che non mi è stato possibile mangiarne più di un quarto.
La colpa, naturalmente, non può essere attribuita all’ottima pizzeria Jonny, ma ad una sorta di mia fame atavica che mi costringe a scegliere sempre l’opzione più sovraccarica.
E siccome avevo pregato anche Marco, più orientato di suo ad una “funghi e prosciutto”, a scegliere una pesantissima pizza con salsiccia fresca e friarielli, lo spreco si è raddoppiato.
Il conto, 50 euro per acqua, cocacola, sei antipasti e tre pizze, mi ha spinto a valutare seriamente l’idea di trasferirmi in Puglia.
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