Il ristorante Ometto a Carrara

WP_20150721_003Da Ometto tutto è perfetto tranne che lù.

Più che uno slogan, una scelta di vita.

Se il fondatore dello storico ristorante carrarese, con il suo carattere burbero, fu al centro di aneddoti e pettegolezzi (pare che, memore dei soprusi nazisti, non permettesse a nessun tedesco di rifocillarsi nel suo locale), i discendenti hanno ripreso in pieno da lui.

Il nostro battesimo da Ometto è stato di fuoco.

In una giornata di caldo dantesco, non si può descrivere il refrigerio provato entrando nel terrazzo ben ventilato: tavoli di marmo splendente a distanze non certo ravvicinate, sedie dallo schienale alto e dalla seduta comoda, montagne paradisiache, che sembrano innevate e sono invece marmoree, aromi di buona cucina che si spandono tutt’intorno.

Panorama che si gode dalla terrazza del ristorante Ometto
Panorama che si gode dalla terrazza del ristorante Ometto

Un vecchietto arzillo ci sorride, ci fa segno di accomodarci e ci promette: “Vi mando qualcuno”.

E noi, incauti, ci sediamo in uno degli agognati posti liberi, ben propensi a goder del panorama e del buon cibo. Dura poco: la proprietaria irrompe e si lancia in un’intemerata.

No, intemerata non rende.

Perdonatemi il volgarismo, ma quello che abbiamo subito da Ometto è il padre di tutti i cazziatoni.

Sbatacchiando coperti, brontolando rimproveri, sbuffando a più non posso, ci urla che quel tavolo era prenotato e che per colpa nostra adesso deve apparecchiare altrove. Più noi ci scusiamo per il fraintendimento, più la signora si irrigidisce nel maltrattarci.

Se non avessi già visto pizze fragranti nei tavoli degli altri commensali, se, prima ancora, il locale non ci fosse stato caldamente raccomandato dalle persone del posto, saremmo scappati via a gambe levate.

E avremmo fatto male.WP_20150721_004

I rimbrotti fanno parte del folklore locale, infatti.

Dopo due minuti, la stessa signora torna, stavolta amabile, a consigliarci, confortarci, guidarci in quell’Eden gastronomico che è il ristorante Ometto.

L’enorme focaccia con lardo e pomodorini che ci dividiamo è squisita. Siamo a due passi da Colonnata; il lardo, qui, è di casa, nel senso che i ristoratori stessi lo producono secondo una ricetta millenaria che lo rende dolce, saporito, impalpabile.WP_20150721_005

Anche nella minestra, una porzione gigantesca di taglierini e fagioli serviti su pentola di coccio, i borlotti, sciolti nel lardo e insaporiti di timo, hanno assunto un sapore ineffabile. I tagliolini annegano nel gusto.

Marco ha avuto il suo bicchiere di vino pur senza ordinarlo: nella salsa del cinghiale si WP_20150721_006distingue nettamente un ottimo montepulciano. La carne, stracotta, speziata al punto giusto, tenerissima, è la giusta conclusione di un pranzo buonissimo e insospettabilmente economico: una focaccia, una minestra (e che minestra!), due secondi, birra, cocacola, acqua (e ancora, compresi nel prezzo e tuttavia impagabili, frescura, panorama, consigli di viaggio) per complessivi 39 euro.

Se avete intenzione di visitare le cave di Carrara (e almeno una volta nella vita dovete farlo) e non temete le sfuriate, il ristorante Ometto è una meta irrinunciabile.

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Pubblicato da Benedetta Colella

Sono Benedetta, quarantenne aquilana innamorata del mondo. Per contatti e collaborazioni, potete scrivermi a benedettacolella(at)gmail.com