Ti porto la luna in Abruzzo.
Sì, la luna, avete letto bene, non la lana come ironizzavano sui social i fans di Paolo Attivissimo.
Sotto una teca, incastonato in una piramide di vetro, stasera a Torano Nuovo faceva bella mostra di sè un frammento roccioso prelevato dalla Luna nel 1971.
Digiuna come sono di geologia e intimamente convinta che le presunte spedizioni lunari siano state competenza di Hollywood più che di Houston (ma ho comprato un interessantissimo libro di Paolo Attivissimo: “La luna? Sì, ci siamo andati“, che scredita tutte le ipotesi complottistiche e che potrebbe farmi cambiare idea), non ho provato troppi brividi di fronte a questo pezzo di cielo.
Le vere emozioni me le hanno trasmesse i due relatori, Paolo Attivissimo, appunto, e Luigi Pizzimenti, che in una conferenza-spettacolo hanno mostrato e commentato foto e video inediti sugli astronauti pronti per l’allunaggio. Li conoscono personalmente e raccontano molti aneddoti divertenti sul loro operato.
Solo 12 uomini hanno calcato il suolo lunare e già 5 di questi sono passati ormai nel mondo dei più: sono dunque testimonianze rare ed emozionanti quelle che oggi ci sono state trasmesse.
Con eloquio appassionato e disarmante chiarezza espostiva, i due relatori ci hanno raccontato il back-stage della spedizione, i caratteri, le emozioni, le gioie e i dolori degli astronauti dell’Apollo 14.
Sono dettagli in apparenza marginali, che, però, tutti insieme, creano una controstoria di grande fascino.
Paolo Attivissimo, Luigi Pizzimenti e Biagio Cimini
Il carrello, per esempio, preparato e testato sulla Terra per raccogliere rocce e sassi, era di difficilissima gestione sul sabbione spesso, detto regolite, che ricopre la superficie lunare: ad ogni sasso prendeva il volo, ad ogni cratere si affossava, ogni due passi si bloccava. Ed Edgar Mitchell, l’esasperato astronauta, minacciava che, appena atterrato, sarebbe andato in cerca dell’ingegnere che lo aveva concepito per dirgli due paroline in privato.
E non sapevo che ci si stancasse tantissimo: gli astronauti dell’Apollo 14 hanno percorso 3 kilometri a piedi (tra l’altro tornando indietro 20 metri prima della loro meta, perché si erano persi e non sapevano più in che direzione proseguire, dato che non avevano cartine) a 160 battiti al minuto (eh, sì, i conferenzieri hanno esibito addirittura il tracciato del cardiofrequenzimetro).
Appena sceso sulla luna, poi, uno dei due astronauti volle diventare campione intergalattico e, munito di golf e pallina, nello sconcerto di quanti lo seguivano, tirò una bordata che, grazie alla ridotta gravità, frantumò ogni record terrestre.
Attivissimo e Pizzimenti hanno le competenze degli scienziati, ma il brio espressivo dei giornalisti.
Ecco due delle mille frasi evocative utilizzate durante la conferenza. (La Terra che sorge dalla Luna e che può essere coperta con un pollice teso ci dà la misura delle nostre dimensioni.
Marte, invece, è l’unico pianeta della Galassia abitato solo da robot, uno dei quali, tra l’altro, è telecomandato da un italiano).
Per ascoltarli e apprezzarli, date uno sguardo al loro calendario: Ti porto la luna non si ferma certo all’Abruzzo.
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