Aggiornamento 2020: Nulla è cambiato
Il ristorante La rupe di L’Aquila è ubicato in un contesto ben poco rupestre, sotto piloni dell’autostrada tanto sgradevoli dal punto di vista estetico quanto funzionali per un comodo parcheggio.
Il locale è gremito.
Non è una novità: a La Rupe si mangia bene, si spende poco e si respira l’aquilanità verace dei proprietari, che in sala ospitano a profusione quadri, affreschi e sculture a soggetto locale e nel menu contemplano i piatti tipici della nostra tradizione culinaria.
Siamo subito avvertite che l’attesa sarà lunga, ma la mia amica ed io abbiamo tempo, confidenze arretrate da scambiare e appetiti gastronomici da soddisfare. In realtà, la cameriera passa a prendere l’ordine solo quando sa di poter evaderlo quindi il lasso di tempo intercorrente fra la scelta del cibo e la sua materializzazione nel piatto è davvero ridotto.
A seconda della fame, si sceglie la porzione normale o la sperlunga, vero e proprio vassoietto per golosi irriducibili.
Sulla nostra tavola trionfano i maccheroncini, appena impastati dalla massaia di La Rupe, tagliati spessi e cotti leggermente al dente. Sarebbero stati buonissimi anche senza condimento, per la qualità intrinseca della pasta, ma, serviti nelle loro salsette (lardo e cacio per me, pecorara per la mia amica), sono davvero deliziosi, grazie anche alla consistenza croccante della pancetta, protagonista di entrambi i piatti.
Il profumo di brace che accompagna i secondi resuscita l’appetito: più della braciola scelta dalla mia amica, mi colpisce la bontà del mio spiedino di salsiccia, anch’esso preparato al momento e rosolato in modo da mantenersi morbido e saporoso.
Per il dolce non c’è spazio: peccato, perché la zuppa inglese che abbiamo visto in bella mostra all’ingresso invita ad un incontro ravvicinato.
Il conto per due primi e due secondi, coperti, acqua e immancabile lattina di cocacola ammonta a 35 euro, in linea con i tariffari medi aquilani.
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Aggiornamento 21/11/2015: Nonostante molti tavoli siano liberi, il gestore millanta il “tutto esaurito” e non ci fa pranzare. Poco male, andremo a “La matriciana”, lì vicino, e ci troveremo benissimo.